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Ragionevolezza e proporzionalità nell’evoluzione della disciplina della sostenibilità
Milano 19 luglio 2023 – Il Comitato Italiano per la Corporate Governance, riunitosi in Borsa Italiana S.p.A. sotto la presidenza della Prof. Lucia Calvosa, ha rilevato come l’evoluzione del quadro normativo europeo e italiano in materia di sostenibilità avrà un effetto significativo anche sulla corporate governance delle società che applicano il Codice di Corporate Governance. In particolare, si è osservato come un primo impatto si realizzerà già con la nuova disciplina europea sul Sustainability Reporting (Direttiva (UE) 2022/2464, in seguito anche solo “Direttiva CSRD”), che introduce stringenti e dettagliati obblighi di disclosure su processi, controlli e procedure adottate per gestire i temi di sostenibilità, con specifico riferimento alla strategia, al sistema di controllo interno e di gestione dei rischi e alla politica di remunerazione.
Pur nello spirito proattivo che contraddistingue la sua attività in questa materia – come testimoniato dall’introduzione del “successo sostenibile” quale principale obiettivo-guida del Codice di Corporate Governance pubblicato a gennaio 2020 – il Comitato Italiano per la Corporate Governance ha convenuto sulla opportunità di sollecitare i legislatori europeo e nazionale a procedere con ragionevolezza e proporzionalità nella evoluzione degli obblighi informativi e di comportamento nell’ambito della sostenibilità ambientale e sociale, affinché si tenga adeguatamente conto delle esigenze di competitività e di flessibilità delle imprese europee e italiane nel contesto geopolitico ed economico in continua trasformazione.
In questa ottica, appare prioritario il completo coordinamento tra gli standard di rendicontazione definiti a livello europeo con quelli accettati a livello internazionale, al fine di evitare che le imprese europee debbano sopportare oneri maggiori rispetto a quelli dei competitor internazionali ed essere esposte al rischio di dover produrre plurime forme di rendicontazione per rispondere alle richieste degli investitori internazionali.
Particolare attenzione dovrà essere dedicata anche all'impatto della nuova disciplina di sostenibilità sulle imprese di minori dimensioni, per poter garantire un adeguato equilibrio tra l’esigenza di non gravare queste imprese di oneri eccessivi e quella di evitare che esse siano penalizzate nelle catene del valore delle grandi imprese e nelle scelte allocative degli intermediari finanziari, che rispondono a stringenti requisiti di sostenibilità.
Con riferimento all’evoluzione della disciplina europea, il Comitato valuta con favore gli obiettivi di riduzione nella misura del 25% degli obblighi informativi imposti a carico delle imprese europee, annunciato a marzo 2023 dalla Presidente della Commissione Europea, von der Leyen, auspicando che tale riduzione riguardi anche la nuova disciplina di rendicontazione in materia di sostenibilità contenuta nella Direttiva CSRD che troverà una prima, seppur parziale, applicazione già a partire dal 2024.
Il Comitato pone inoltre particolare attenzione alla fase di trasposizione nazionale della Direttiva CSRD e alla opportunità di definirne adeguati criteri di recepimento. Il Comitato per la Corporate Governance auspica che il Governo italiano continui a perseguire l’obiettivo dell’efficienza e della competitività del quadro normativo italiano, coerentemente con lo spirito del DDL recante interventi a sostegno della competitività del mercato dei capitali. In questa fase è fondamentale – osserva il Comitato – che la disciplina degli obblighi informativi in materia di sostenibilità e, in particolare, il relativo sistema di enforcement, tengano conto dell’esigenza di salvaguardare sia la competitività dell’ordinamento nazionale rispetto agli altri ordinamenti europei, sia la competitività all’interno del mercato italiano, assicurando un level playing field tra le società quotate e non quotate tale da non scoraggiare l’accesso al mercato dei capitali.
Con particolare riferimento al sistema di vigilanza e di enforcement dei nuovi obblighi di rendicontazione, il Comitato auspica inoltre che la disciplina nazionale assicuri la proporzionalità del regime sanzionatorio, tenendo conto dell’ampiezza e della progressiva evoluzione dei contenuti della nuova informativa societaria in materia di sostenibilità, che comprendono informazioni prospettiche ed estese alla catena del valore, con la presenza di rilevanti elementi valutativi e di stima.
Il Comitato Italiano per la Corporate Governance ha quale scopo istituzionale quello della promozione del buon governo societario delle società italiane quotate attraverso il Codice di Corporate Governance (la cui prima versione è stata adottata nel 1999) e il monitoraggio della sua applicazione. Il Comitato, che è composto da rappresentanti degli enti promotori (ABI, ANIA, Assogestioni, Assonime, Borsa Italiana e Confindustria) e da esponenti di vertice delle società quotate e delle società di gestione, è stato integrato con l’ingresso di Nicola Maione, Presidente di Banca MPS, e di Stefano Firpo, Direttore Generale di Assonime.
Comitato Italiano per la Corporate Governance
Composizione del Comitato Italiano per la Corporate Governance: Lucia Calvosa (Presidente), Carlo Trabattoni (Vice Presidente), Veronica Buzzi, Innocenzo Cipolletta, Michele Crisostomo, Lucio De Gasperis, Maria Bianca Farina, Carlo Ferraresi, Stefano Firpo, Emilio Franco, Aldo Fumagalli Romario, Fabio Galli, Patrizia Grieco, Gian Maria Gros-Pietro, Nicola Maione, Francesca Mariotti, Pietro Carlo Padoan, Claudia Parzani, Alessandro Profumo, Salvatore Rossi, Giovanni Sabatini, Maurizio Sella, Andrea Sironi, Fabrizio Testa.